DIAGNOSI DELLA SICUREZZA SISMICA

per l’attribuzione della classe di rischio sismico

Per la sicurezza sismica delle costruzioni esistenti, IDES esegue interventi volti alla riduzione del rischio sismico, ossia interventi che migliorano la classe sismica dell’edificio.

8 sono le classi di rischio sismico, con rischio crescente dalla lettera A+ alla lettera G: solo il confronto tra la classe di rischio iniziale (pre-intervento) e quella finale (post-intervento) consente di attestare l’efficacia dell’intervento di miglioramento sismico.

Prima di eseguire qualsiasi intervento si deve effettuare la diagnosi sismica, ossia l’accertamento dello stato di salute iniziale dell’edificio.

INDAGINI SISMICHE

Il percorso della conoscenza dell’edificio ha inizio con la raccolta e l’analisi di tutti i documenti progettuali, costruttivi, di collaudo e di manutenzione reperibili, atti a fornire notizie sulla struttura esistente.

A completamento ed integrazione della documentazione disponibile, comunque datata in quanto si riferisce all’epoca di costruzione, la diagnosi sismica prevede l’esecuzione di una campagna diagnostica strumentale: rilievi, prove, controlli e indagini per accertare l’effettivo e attuale stato di salute dell’edificio.

ASPETTI CHE DEFINISCONO LA CONOSCENZA

GEOMETRIA E DETTAGLI STRUTTURALI

ossia le caratteristiche geometriche e materiche degli elementi strutturali, compresa la qualità e lo stato di conservazione dei materiali e degli elementi costitutivi

PROPRIETÀ DEI MATERIALI

ossia le caratteristiche meccaniche e degrado di tutti i materiali che assolvono funzioni strutturali (muratura, legno, calcestruzzo, acciaio d’armatura ecc.)

PROPRIETÀ SISMICHE DEL TERRENO DI SEDIME

ossia le modalità di propagazione delle onde sismiche nel terreno di fondazione

Geometria e dettagli strutturali

Per individuare la geometria degli elementi strutturali si effettua un rilievo visivo a campione verificando l’effettiva corrispondenza del costruito ai disegni. Quindi si procede ad un rilievo con strumentazione laser per misurare direttamente gli elementi principali.

Il rilievo materico, che richiede l’acquisizione di informazioni spesso nascoste (sotto intonaco, dietro a controsoffitti, ecc.), viene eseguito grazie a tecniche di indagine non distruttive di tipo indiretto (termografia, georadar, tomografia sonica, ecc.) o ispezioni dirette debolmente distruttive (endoscopie, scrostamento di intonaci, saggi, piccoli scassi, ecc.).

In prima battuta, si procede alla difinizione dell’organismo resistente, sotto intonaco, tramite uno screening termografico all’infrarosso. L’analisi termografica, oltre ad individuare lo scheletro strutturale e l’orditura dei solai, permette anche l’individuazione e la localizzazione in modo non distruttivo di eventuali fenomeni di degrado.

Per ottenere informazioni circa lo stato visibile di conservazione dei materiali e la stratigrafia di murature o solai vengono eseguite ispezioni endoscopiche con strumentazione a fibre ottiche.

I dettagli costruttivi per gli elementi in cemento armato, ossia la quantità e disposizione delle armature, vengono definiti mediante prove di tipo diretto, effettuando saggi: rimozione del copriferro e messa a nudo delle barre d’armatura. Nelle situazioni in cui non è possibile effettuare saggi, si ricorre a prove di tipo indiretto, ossia all’analisi magnetometrica con pachometro volta alla determinazione delle armature.

I dettagli costruttivi per gli elementi in muratura vengono esaminati, a seguito di rimozione dell’intonaco, mediante analisi della tessitura muraria e verifica degli ammorsamenti.

Proprietà dei materiali

Per determinare le proprietà meccaniche del calcestruzzo si prevede l’estrazione di campioni (diametro 5 o 10 cm) mediante carotaggio e la successiva prova a compressione in laboratorio. Prima della prova a rottura, sul campione di calcestruzzo si valuta il degrado mediante analisi della profondità di carbonatazione.

Per le barre di armatura delle strutture in cemento armato si prevede il prelievo di uno spezzone di lunghezza 40 cm e la successiva prova a trazione in laboratorio. Prima del prelievo si valuta il degrado mediante analisi del potenziale di corrosione.

Per la muratura si prevede la prova con martinetti piatti.

Per la malta si prevede la prova penetrometrica.

Per il legno si prevede la prova resistografica.

Le Normative consentono, anzi consigliano, di sostituire alcune delle suddette prove distruttive, non più del 50%, con un più ampio numero, almeno il triplo, di prove non distruttive, singole o combinate, tarate su quelle distruttive. I controlli e le prove non distruttive limitano l’invasività nei confronti della struttura portante (stress degli elementi soggetti a prova) e minimizzano l’impatto delle indagini, riducendo il più possibile le interferenze con le attività svolte all’interno dell’edificio.

metodi di prova indiretti (detti anche non distruttivi) impiegati per la stima delle proprietà meccaniche dei materiali da costruzione sono:

Per il calcestruzzo:

  • metodo combinato SonReb (Sonic = analisi sonica + Rebound = rimbalzo sclerometrico);
  • prova di estrazione Pull-Out

Per la muratura:

  • analisi sonica per trasparenza;
  • prova sclerometrica su elemento lapideo;
  • analisi con sclerometro a pendolo su malta.

Per il legno:

  • analisi penetrometrica;
  • analisi ultrasonica.

I metodi indiretti (non-distruttivi), supportati da una vasta e consolidata letteratura, recentemente hanno trovato anche in Italia un riconoscimento ed inquadramento normativo. Poichè le espressioni numeriche che esprimono le caratteristiche meccaniche dei materiali non hanno validità generale, è necessario e obbligatorio, che le prove non distruttive siano calibrate su quelle distruttive.

Proprietà sismiche del terreno

Le proprietà sismiche del terreno di sedime si valutano attraverso la prova MASW che determina la velocità di propagazione delle onde di taglio fino a 30 metri di profondità (Vs30). Trattasi di una tecnica di prospezione sismica a rifrazione che consiste nella misura dei tempi di primo arrivo delle onde sismiche generate in un punto in superficie (punto di sparo), in corrispondenza di una molteplicità di punti allineati sulla superficie topografica (geofoni).

QUALIFICA DEGLI OPERATORI ADDETTI ALL’ESECUZIONE DELLE PROVE QUALITÀ

Esecuzione, elaborazione e restituzione delle prove strumentali sono affidati a Tecnici laureati in ingegneria civile o architettura in possesso di Qualifica specifica di:

  1. Esperto di 3° livello – settore PnD Ingegneria Civile
    rilasciata da RINA o CICPND secondo le norme UNI EN 473 (Qualifica e certificazione del personale addetto alle prove non distruttive) e ISO 9712:1999 (Nondestructive Testing – Qualification and Certification of Personnel)
  2. Tecnico addetto alle indagini diagnostiche sugli edifici storici
    conferita da almeno 10 anni da Regione Lombardia a seguito di corso specifico della durata non inferiore a 600 ore